La barca aveva virato di bordo e filava, rapida e leggera, lungo il bassofondo, cullata da onde ampie che se la passavano l’una dopo l’altra con vivacità e gaiezza estreme.
Sulla sinistra una fila di frangenti traspariva bruna attraverso l’acqua assottigliata e glauca, e in un punto issava uno scheggione, contro il quale l’onda si rompeva senza posa, schizzando in su uno zampillo di spruzzi che ricadevano a scroscio. S’udiva lo sciacquio dell’acqua, il picchiettio delle gocce cadenti e il rombo frusciante e sommesso dei marosi; i quali rotolavano, rimbalzavano, urtavano gli scogli con la felicità d’animali selvaggi, liberi di dimenarsi, di sobbalzare, di scherzare a quel modo per l’eternità.