
sacralita’
Nelle stanze nude, candide e lustre, frecce di luce ricamano impalpabili arazzi. Nebbie profumate inebriano i viandanti avidi di risposte. Aleggia il mistero mentre, oltre le mura, il quotidiano incombe. Continua a leggere sacralita’
Nelle stanze nude, candide e lustre, frecce di luce ricamano impalpabili arazzi. Nebbie profumate inebriano i viandanti avidi di risposte. Aleggia il mistero mentre, oltre le mura, il quotidiano incombe. Continua a leggere sacralita’
Sveli la tua anima oscura di giorno celata, sapientemente imbellettata da virginee e schiumose onde. Continua a leggere Mare di notte
“mio padre osservando il paesaggio diceva “non si può non essere poeti” (citazione della mia vicina di casa) Continua a leggere A Recanati
Giochi coi riflessi fingendoti nella stanza mentre solletichi il cielo azzurro Continua a leggere La lagerstroemia burlona
Che insolito destino dal colore viola accomuna una susina e una melanzana a testa sola. L’una frutto, l’altra ortaggio, maturando in questi mesi, hanno deciso il raddoppio come i gemelli siamesi. Entrambe condividono un unico capo, due corpi e il colore viola. Continua a leggere Affinità vegetali
Carezzami, ricorda che sono viva, che ancora rabbrividisco al tuo delicato tocco. Avvolgimi, nelle tue spire furiose, ora calde come l’amore, ora fredde come la morte. Gettati, sul mio corpo indifeso, come impudente amante, indomabile e selvaggio. Sussurrami, quelle dolci promesse prive di suono che sempre voglio ascoltare. Continua a leggere al vento (pensieri da gita in battello)
Aria di fuoco, coltri di foglie secche, cicale pazze. Foto: Solfatara di Pozzuoli 1985 Continua a leggere luglio ventidue
Come il ghiaccio quando si fa acqua, gelido dapprima poi disciolto dalle carezze del sole. Così noi. Dalle giovanili asperità alla fluida saggezza dell’età matura; risoluti e irremovibili in gioventù, aperti al mondo all’assottigliarsi del tempo. Continua a leggere torneremo acqua
Non torneranno quei momenti di fuoco e lacrime. Asciutti i fiumi, il cielo è cupo, sopra di noi. Ho perduto qualcosa che non avevo mai trovato, è sempre stato dentro me, come un sogno evanescente, come una bugia nascosta per consentirmi di crederci. Continua a leggere Emozioni
Non son uomo probo ma amo il mio globo, questa sfera impazzita, questa biglia fiorita. – Solo ora comprendo quale immensa fortuna sia vedere la luna che nel ciel va crescendo – e questo firmamento cui ogni dì m’abbandono che sa darmi tormento ma che sempre perdono – perché la vita mia è una cosa da nulla senza questa magia che ogni giorno mi … Continua a leggere Planet Earth is blue and there’s nothing I can do (ricordando David Bowie-rime impazzite)
ho cercato il volto del cristo tra sputi e musiche rock negli sguardi scuri di stranieri apolidi tra le mani sporche di bimbi figli di nessuno tra le gambe dischiuse di giovani vergini nei cuori aridi di professionisti annoiati tra le lacrime calde di tristi vedove nei severi rimproveri di adulti assennati nelle acque torbide di torrenti cittadini sulle strade infinite dei nostri immaginari viaggi … Continua a leggere PACE
Era lì, il pensiero. Come tutto, è passato. Non sono riuscita a fermarlo, a renderlo eterno. Ora lo cerco invano, nelle sinapsi erronee, tra i meccanismi inceppati di una mente instabile. Continua a leggere Fuggevol pensiero
Rassicurano suolo ed approdi ma è la sfida dell’onda che invita a salpare. Continua a leggere Pontili
[…] Preferisco il ridicolo di scrivere poesie, al ridicolo di non scriverne. Continua a leggere Possibilità di Wisława Szymborska
Silenzioso meriggio infranto da un ronzio frenetico d’indaffarato lavoro. Api. Continua a leggere Laboriosità
“Il mondo è diventato una stanza rumorosa, il silenzio è il luogo magico in cui si realizza il processo creativo.” Continua a leggere David Linch
Mancava l’aria in quel pomeriggio arrancante Il tempo pareva strisciare, viscido e lento. Effluvi di torpore e abbandono della sonnolente borghesia. Altezzose esibizioni del nulla, sussurri maliziosi, sottaciute ostilità, illusori sorrisi. Esercizi di apàtheia. Continua a leggere Al congresso
(ispirata all’omonimo film di Guillermo Arriaga) Io so bene, quanto ferisce l’amaro ricordo dei propri errori. Conosco il risentimento, le irreparabili ferite del cuore, so che non c’è cura. Il tempo? la suprema delle illusioni. Continua a leggere il confine della solitudine
M. e C. erano alle prese con quel gioco puerile che consiste nel tentare di agganciare, con una debole morsa che scende dall’alto, dei pupazzi di peluches racchiusi in una teca di vetro. M. giocava mentre C. custodiva la carrozzina. Allungai il capo, istintivamente attratta da quell’antro misterioso, per osservarne il prezioso contenuto. La neonata, indifferente al mondo, dormiva placidamente, braccia e gambe, aperte e … Continua a leggere Tempi moderni
Terminata la preparazione dei panini per i due gemelli in occasione della seconda giornata del Green Festival, Giuliana si affrettò a prepararsi per l’accompagnamento dei bambini alla pineta Bosco Verde. Con il marito Sergio aveva molto apprezzato il weekend dedicato all’educazione ecologica organizzato dal Comune per la fine dell’anno scolastico. Filippo e Camillo si erano scatenati il giorno prima presso l’agriturismo di Cascina Rupea e, … Continua a leggere Una sgradita convivenza
Ritorta è l’anima che custodisce un cuore ardente diluito in vite stagnanti. Continua a leggere grovigli
“Che moltitudine di teste innanzi a me!” si stupì il gelsomino. “Chissà perché mi stanno tutte così vicino“. “Sniffate a fondo, sorelle” disse quella di più bella presenza. “Sballeremo in fretta con questa fantastica essenza“. Che gran successo lo spaccio gratuito di fronte al gelsomino! Continua a leggere Rave garden
Silenziose e pazienti, oscillando attendono dignitosamente la quotidiana trasfusione di umanità, mentre liberi gabbiani, chiassosi e irrequieti, volteggiando scrutano e ricercano argentei guizzi di vita. Continua a leggere barche
Forse che quella che chiamiamo rosa cesserebbe d’avere il suo profumo se la chiamassimo con altro nome? (William Shakespeare) Continua a leggere Rosa, rosae, rosam
Mi danno il titolo di palla gonfiata, proprio a me, così riservata! Vivo nell’ombra, bevo acqua, non emano odori il mio unico vezzo è cambiare i colori. Chiamatemi allora palla colorata, anziché palla gonfiata. Continua a leggere Ortensia
“Ti assilla un seno di vergine, poeta nero, poeta inacidito, mentre la vita bolle, e la città arde, e il cielo si riassorbe in pioggia, e la tua penna graffia al cuore della vita.” Continua a leggere Poeta nero (estratto) – A. Artaud
(drabble monovocalico in E) Ernesto, splendente trentenne, nel verde Eden terrestre mette nelle tre ceste mele renette, pere e pesche. “Le vedete, severe servette? Belle, tenere e fresche: prendetele per le Feste”. Helène, svedese, freme. Renée, senese, preme: “Che le prezzereste?” “Per te, sette cents”. “Le tre ceste?” “Benedette serve” gemette Ermete “prevedete scender pelle e fendere ‘ste vene? Credete me demente?, Sette cents l’essente”. … Continua a leggere Vendere merce
L’insegnante di scrittura creativa sottolineava l’importanza di non utilizzare aggettivi banali o accostare vocaboli scontati: niente selva oscura, acqua cheta o estate torrida. Poi mi imbatto in Lansdale e leggo: “Soffiava una leggera brezza, e il cielo era limpido come la coscienza della Vergine Maria” “Nella stanza da letto lo specchio sopra il cassettone era rotto, il materasso tagliato e l’imbottitura di cotone sparpagliata in … Continua a leggere Scrivere
Dimenticatosi definitivamente della dimora domestica, dalla dimora difensiva, davanti distese desolate, Drogo declama: “Diamine, Devastatori dovrebbero delinearsi dal deserto” (dileguatisi da decenni). Doviziosi drappelli dotati di durlindana dettano draconiane disposizioni: divieto di diserzione, disobbedienza, disarmo. Darsi daffare, difendersi dai demoniaci dominatori. Distruggerli, debellarli. “Delucidatemi date discesa”, domanda Drogo. Difficile definirle. Domani, dopodomani, domenica … Dieci, duecento, duemila dì … Dimostrare disciplina durante dubbi. Differiranno discesa? … Continua a leggere Il deserto dei Tartari