Una luce c’è in primavera (lipogramma in A)

Un vivo luccichio c’è sul finire del terzo mese

invisibile nel resto del tempo

e nel susseguirsi d’equinozi e solstizi –

Nel giungere di questo nuovo mese

un colore si tinge fuori

sulle distese deserte

che il conoscere non può comprendere

come invece lo spirito dell’uomo sente.

Indeciso sul tenero verde,

è contorno del fusto più remoto

sul pendio spinto oltre il tuo pensiero

e forse ti provengono suoi sussurri.

Poi come orizzonti che indietro fuggono

o il mezzogiorno che cede il posto

privo di rintocchi

esso finisce e noi invece sempre qui –

con un senso di vuoto

che stringe il nostro sentimento

così come se, d’improvviso, il beneficio

schernisse il solenne Istituto.

Testo originale di Emily Dickinson

Una luce c’è in primavera
non presente nel resto dell’anno
in qualsiasi altra stagione –
Quando marzo è appena arrivato
un colore appare fuori
sui campi solitari
che la scienza non può sorpassare
ma la natura umana sente.
Indugia sopra il prato,
delinea l’albero più lontano
sul più lontano pendio che tu sappia
quasi sembra parlarti.
Poi come orizzonti arretrano
o il mezzogiorno trascorre,
senza formula di suono
esso passa e noi restiamo –
e una qualità di perdita
tocca il nostro sentimento
come se a un tratto il guadagno
profanasse un sacramento

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