14 maggio 2024 – Alice Munro

Scrivevo nel 2008:

La scrittura di Alice Munro è come una coperta avvolgente, rannicchiata nella quale puoi scoprire:

  1. la capacità superlativa di tramutare in immagini ciò che le parole descrivono. Nulla è lasciato in sospeso, dai vividi colori degli esterni delle stagioni canadesi, alle architetture e suppellettili degli ambienti interni, al dettaglio dei tratti fisici dei personaggi, alla minuziosa analisi delle singole personalità dei protagonisti. Un vero e proprio continuo sprone alla visualizzazione e identificazione in altre storie;
  1. altre storie … In realtà in ogni racconto scopri con sorpresa che almeno un tratto appartiene anche a te. Talmente intensi i passaggi dei moti dell’animo che diventa difficile non ripescare nella propria memoria, fin dove te lo consente, analoghe esperienze di stupori, illusioni, scoperte, disinganni, vittorie, cedimenti, mutamenti ;
  2. ….attraverso le quali ti appropri di una acuta rappresentazione delle svolte più importanti della vita e di ciò che esse comportano nel trasferimento da un ciclo dell’esistenza all’altro. E il racconto diventa solo un pretesto per offrirti una trama, una serie di aggettivi evocatori di condizioni cui non sempre avresti voluto sottostare, o che ti è spiaciuto abbandonare, o che avresti voluto riscrivere con parole diverse;
  1. e, infine, in ogni accadimento descritto dalla Munro, c’è sempre un interstizio di mistero che irrompe, sospende e riprende lasciando solo a te, lettore, la possibilità di intuire che quel mistero null’altro è che la forza dell’incontro con l’altro.

Profondamente femminile, Alice Munro riesce a maneggiare i multipli volti dell’amore con sobrietà, senza scadere nel sentimentalismo, senza screditare od offuscare l’effimera durata della passione o la banalità dell’ingrigire di un rapporto.

Una scrittrice-amica con cui senti di condividere ciò che a volte fatichi a confessare a te stessa, sorpresa di specchiarti in storie di vita che sono e saranno eterne.

Grazie Alice.

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