E se un giorno toccasse a noi?
Se una mattina udissimo sibili di guerra sopra le nostre strade ordinate?
Sopra queste esistenze apparentemente immobili, sopra questa tranquillità fasulla delle città di provincia.
Se dovessimo lasciare le nostre case.
Le nostre amate Cose, che con incontrollabile bramosia custodiamo negli angoli sicuri e protetti delle nostre dimore
I ricordi d’infanzia, delle nascite, dei matrimoni, delle vacanze felici, degli adii strazianti e di tutti gli eventi che hanno riempito le nostre semplici vite e si sono ammassati nei nostri cassetti e nelle nostre coscienze
I nostri averi, il nostro modesto patrimonio, raccolto con fatica come da proverbiali e laboriose formiche.
I nostri abiti caldi che per tutta la stagione rigida ci hanno protetti come ali di mamma chioccia.
I nostri oggetti inutili che si posseggono semplicemente perché, senza ragione alcuna, danno gioia: un quadro, un disco di Chopin, un antico gioiello.
I nostri libri, nutrimento e lenimento dell’anima.
Come affronteremmo tutto ciò?
Sorseggio il mio martini, inchiodato a questa sedia da un raggio di sole primaverile mentre osservo il lago, pregandolo di annacquare i miei pensieri cupi.
E cullato da quest’aria serena dell’ovest, disperatamente cerco di continuare a vivere.
L’ha ripubblicato su Mappeser.com: Mappe nel Sistema dei Servizi.
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