Lipogramma in A, liberamente ispirato alla poesia di Cesare Pavese Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
Incombe lo spettro mortifero nei nostri occhi,
essendo Morte sempre in noi insistente,
nel sorgere del giorno e nelle ombre notturne, insonne,
senz’udito, come un vecchio rimorso
o un vizio illogico. I nostri occhi
sono un illusorio urlo,
un grido muto, un silenzio.
Così io li ritrovo ogni giorno,
nel momento in cui, curvo,
mi rispecchio. O sterile, inutile fede,
dovremo ben riconoscere
che sei insieme respiro e vuoto.
Su ognuno lei Mietitrice volge le sue pupille.
Incombe lo spettro mortifero nei nostri occhi,
Eccoci inetti e inermi come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come udire un suono inesistente.
Scenderemo nel gorgo muti.
Testo originale di Pavese:
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti
Foto: Duomo di Milano