Nella mia casa, oltre a me, vivono tre inquiline.
La signora Coscienza è una donna molto a modo, sempre misurata e attenta, ha un atteggiamento cordiale e gentile anche se caratterizzato da un certo distacco, che ricorda quello delle insegnanti quando, incontrando vecchi alunni, non riuscendo ad abbandonare l’antico ruolo, stentano a concedere una diversa confidenza.
Ha un aspetto composto, capelli brizzolati raccolti in un ordinato chignon, porta una collana di perle di corallo da cui non si separa mai. Veste in modo casual ha un aspetto giovanile ma ordinato e composto, senza eccessi né stravaganze.
Abbiamo un ottimo rapporto, parliamo molto. Spesso si comporta come una madre affettuosa, mi dà calorosi consigli con una tale sicurezza che sembra avere, lei sola, la conoscenza dell’esatto confine tra il giusto e lo sbagliato, tra il bene ed il male.
La stimo molto. Non metto in discussione ciò che dice, so che ha ragione.
A volte un poco si altera (ma sempre in modo garbato) quando mi vede, nonostante le sue preziose indicazioni, incerta sul comportamento da tenere in talune situazioni.
So che vuole solo il mio bene e ritiene che, per ottenerlo, io debba percorrere la strada da lei indicata .
L’altra inquilina, la signora Furbizia, detesta la mia cara amica Coscienza e non fa che metterla in cattiva luce.
Furbizia è una donna sgradevole, sciatta e arcigna. Non abbiamo mai approfondito la nostra conoscenza ma, all’apparenza, sembra essere totalmente priva di empatia.
E’ inquieta e invidiosa. Ha un modo subdolo di comunicare, dice e non dice, impedendo al suo interlocutore di comprendere appieno il suo pensiero, evita di prendere posizioni nette su qualsiasi argomento, rimanendo in zone neutre per poi, all’occorrenza, mutare la direzione del discorso.
Prova costantemente a ridicolizzare Coscienza, per la quale nutre un odio profondo, affermando che solo i fessi seguono i suoi consigli.
Anche lei dispensa suggerimenti, scaltri e sovente privi di etica, precisando che i propri, a differenza di quelli di colei che definisce la sua antagonista, portano sempre a risultati concreti o a situazioni di sicuro vantaggio.
A volte riesce a insinuare in me qualche barlume di dubbio, presto fugato dalle parole pacate ma colme di buon senso di Coscienza.
La terza inquilina è la signora Speranza. Esce poco, è una donna silenziosa e gentile; ha un aspetto da eterna ragazzina, sorridente e dall’aria benevola. Non ama perdersi in chiacchiere né esprimere il proprio parere, tantomeno arrogarsi la capacità di discernere il bene dal male; tuttavia ha sempre una parola buona per tutti e riesce a scorgere il lato positivo in qualsiasi situazione, ama i lieto fine.
La sua compagnia era piacevole, riusciva a trasmettere il buon umore con ventate di esuberante ottimismo. Purtroppo, ormai da anni, sembra essersi rintanata nei proprio alloggi e sempre meno posso godere di quell’adorabile senso di leggerezza che riusciva a trasmettere.
Un tempo abitava con noi anche la signorina Giovinezza, allegra e solare, vivace e travolgente, anche se talvolta si rabbuiava per un nonnulla e si ritirava nei suoi appartamenti ma solo per il tempo necessario a ritrovare quel piglio festoso che più la caratterizzava.
Purtroppo un giorno se n’è andata senza dire nulla; nessun saluto, nessun abbraccio, sembrava non voler lasciare neppure una traccia di sé.
a me sembra che c’era anche la signor Artista !
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