sono vecchio e incazzato. Dicono sia un brontolone, incarognito, pessimista e iettatore. Sono così per via di un’invidia cieca che mi corrode. Odio la nuova musica, le nuove mode, la nuova tecnologia. Non, come credono, perché abbia nostalgia dei tempi andati, ma solo perché di queste novità io non potrò goderne, non ne ho più il tempo. Odio i giovani perché hanno ancora delle possibilità. Io… io ho fatto il mio tempo e non mi rassegno. Delle mille vite che avrei potuto condurre, delle mille esperienze che avrei potuto vivere, dei mille luoghi che avrei potuto visitare, nulla è stato. Ho vissuto un’esistenza ordinaria che ora ripudio. Odio il sole che mi ricorda la vita, mentre mi avvicino alle tenebre. Sogno ad occhi aperti vite diverse domandandomi a quale dei tanti bivi abbia imboccato la direzione sbagliata. Osservo l’atlante e individuo un punto remoto sulla mappa del mondo provando ad immaginare cosa sarebbe stato di me se fossi nato lì. Proietto nella mente scene di vita quotidiana nel deserto sahariano come nei ghiacci dell’antartide, con l’angosciante consapevolezza che mai potrò provare queste emozioni.
A volte, quando la bellezza del mondo ancora riesce ad ammaliarmi, la rabbia si placa ed è allora che comprendo che ognuna di quelle ipotetiche possibili strade mi avrebbe comunque inevitabilmente condotto dove sono ora.