Il verseggiante
Il verseggiante ha i dì numerati, similmente a tutti gli umani; ma assai, assai variati! I passati minuti e gli annuali mesi mattine serene e meriggi ventilati, rappresentan gaiezza e vicinanza mai simili per gl’identici, prediletti interessi; e l’aria alla sveglia mattutina, è il gran manifestarsi di quel che sarà, la sua felicità nell’aprirsi alla giunta luccicanza. Eventi esclusi, è raggiante per le avverse luci e la gaia frenesia simili a flussi umani in una lunga era, in cui celeste e tempesta risultan brevi e messi di sventura e di vincita sembran altalena. Al venir del cremisi serale riappare e insieme alle nubi cangia la sembianza della sua felicità, se pure cangia il pulsare delle vene. Il verseggiante ha i dì numerati, similmente a tutti gli umani; ma che beatitudine nel cercare rime! Testo originale: Il poeta di Umberto Saba Il poeta ha le sue giornate contate, come tutti gli uomini; ma quanto, quanto variate! L’ore del giorno e le quattro stagioni, un po’ meno di sole o più di vento, sono lo svago e l’accompagnamento sempre diverso per le sue passioni sempre le stesse; ed il tempo che fa quando si leva, è il grande avvenimento del giorno, la sua gioia appena desto. Sovra ogni aspetto lo rallegra questo d’avverse luci, le belle giornate movimentate come la folla in una lunga istoria, dove azzurro e tempesta poco dura, e si alternano messi di sventura e di vittoria. Con un rosso di sera fa ritorno, e con le nubi cangia di colore la sua felicità, se non cangia il suo cuore. Il poeta ha le sue giornate contate, come tutti gli uomini; ma quanto, quanto beate! |