Se qualcuno fosse stato presente nella cucina, avrebbe sicuramente sobbalzato, spaventato e stupito da quegli strani rumori provenienti dal cassetto delle posate.
Era compito del cucchiaino da the dare il segnale: al suo via si scatenava la festa!
Ogni notte così: forse vittime felici di un qualche misterioso incantesimo si ritrovavano, non più oggetti inanimati bensì esseri senzienti.
Erano ormai note le abitudini di Elisa, la padrona di casa: dopo aver riposto meticolosamente lo strofinaccio, si sarebbe accucciata sul divano con la prospettiva di godersi la visione di un buon film. A quel punto il cucchiaio del nonno riprendeva la sua vecchia attività di allibratore scommettendo sulla possibilità che Elisa riuscisse a giungere al “The end”.
Sapevano che, riavutasi dall’involontario sonnellino, sarebbe comparsa per l’ultima volta in cucina per assaporare il suo bicchiere di latte, lieto preludio all’incontro con Morfeo. Ed ecco il segnale! Tutti fuori.
Una forchetta urlando “togliti di mezzo!” spinse con violenza il cucchiaio che, essendo stato riposto nella pila errata, stava pesantemente accomodato sopra di lei. Un rumore di piccola ferraglia si diffuse nel locale mentre le posate uscivano dal proprio rifugio.
Come in un ritrovo di alcolisti anonimi, ogni notte si raccontavano, disposti in cerchio, episodi ed esperienze di vita: quando, in una specie di roulette russa, un amico di Elisa fece balzellare una forchetta tra un dito e l’altro della mano aperta sino ad inforcarsi il medio, quando il mestolo di legno che Elisa stava cercando, scivolò di lato con una mossa impercettibile, scoprendo il sottostante coltello in ceramica che la ferì al pollice o quando un commensale usò una forchetta come catapulta facendo planare un’oliva nella scollatura della prosperosa ospite seduta di fronte. E tutti a ridere!
Al suono della sveglia mattutina rientravano in fila indiana passando dal cucchiaio/nonno per l’incasso delle puntante vincenti.