
Porte
L ‘ U scio C olorato I rradia A llegrezza Continua a leggere Porte
L ‘ U scio C olorato I rradia A llegrezza Continua a leggere Porte
Lipogramma in O Alle frasche dei salici E chi avrà l’ardire di cantare d’innanzi alla furia dei tiranni che alle genti reprime il pulsare della vita? E chi avrà l’ardire di cantare davanti ai derelitti lasciati muti nelle piazze sull’erba dura gelata dalla brina? E chi avrà l’ardire di cantare fra le lacrime di smarriti fanciulli, urlanti per le madri spezzate, e mamme straziate per … Continua a leggere Alle fronde dei salici (Salvatore Quasimodo)
Sfavillio di luci per meglio oscurare ciò che è scomodo vedere. Continua a leggere Artificio
Un cinquemila accartocciato per una maria nera piangente. Il cerchio delle mani strette e legate, dai polsi recisi, le vene bucate. La colpa è di loro? Ci si porta dietro gli sbagli. La musica in testa e la carta stagnola in fondo alla tasca. Lo sguardo perduto, il sonno pesante, la testa che scoppia. Free love, not war. Drug and flowers, not work and power. … Continua a leggere Addicted
Muto mi fissi. Nulla è peggio di ascoltare senza sentire. Indifferenza. Foto: Cà dell’oreggia, Milano, 2022 Continua a leggere Sordità
S’invola lo sguardo pigra danza di gambe sottili nelle silenti acque autunnali. Foto: Villa Invernizzi, Milano, 2022 Continua a leggere Villa Invernizzi
Due irlandesi alticci si scambiarono della casa l’ingresso, dopo aver di notte in un pub bevuto in eccesso. Si tinsero allora tutte le porte di diversi colori, per facilitare il rientro degli sbronzi da fuori. Mai più capitò che irlandesi beoni sbagliassero ingresso. Continua a leggere Le porte di Dublino
Ti frego l’onore. Lo senti l’odore? Lì fuori c’è un uomo che muore. Ti sputo in un occhio. Ti acchiappo. Mi stringi. Quell’uomo che muore lo urti e lo spingi. Non dici parola. Mi guardi. Lo senti? E’ l’uomo che muore con mille lamenti. Io piango. Tu ridi. Sei solo un teppista. L’uomo che muore, muore per mano fascista. Lo sento. Tu godi. Tu godi … Continua a leggere Piazza Cavour
Ti ho perso quando il giorno rideva insieme a te, i sogni appesi sui rami erano germogli di primavera. Ti ho perso quando cercavi appartenenze nuove: l’aquilone ala dell’albatro, la bolla di sapone sorella della nuvola, la scatola di cartone casetta di fate e gnomi, il caleidoscopio l’universo in mano, il futuro un avvenire remoto. Sei svanito quando tenevi il domani stretto nel pugno, per … Continua a leggere Era già stato
Si è fermata l’ora, sospesa fra i rami dorati. Nel silenzio infranto un’ombra zampetta fra scaglie di luce nel rame brunito di foglie cadute. Volta il musetto il mite scoiattolo. Per un solo attimo, i suoi occhi, neri e rotondi, annegano nei miei. Goccia di tenerezza rende dolce la giornata e rallegra l’anima. (Foto di Carlabazar) Continua a leggere Incontri
Mattino d’ottobre accendono il giorno le foglie scarlatte Continua a leggere D’ottobre
Mi piace contare i gradini che portano alla dimora estiva. Nel sentiero della mulattiera ne conto settantasei, dolcemente intervallati per concedere respiro al passo. Sono il profumo del caprifoglio dell’estate imminente e il sapore delle more selvatiche dell’autunno incalzante ad accompagnare discese e salite, mentre il conteggio scandisce la distanza percorsa. Mi piace contare i gradini. So che dal cancello sono nove quelli a immettermi … Continua a leggere Gradini
Fu Futile Figuro (tautogramma in F) Futile Figuro – frustrato fardello fastidiose faccende familiari – fronteggia fatalità frontiera francese. Fortuità, fortuna? Fruttuose finanze faranno finire fatiche, finché fogli fanfaroni formalizzeranno fittizia funesta fine Figuro. “Fui, finii???”. Farneticano. “Fuggirò, fottendomene frottole fangose”. Fallace follia: fare fagotto, fingere fasulla figura. Finalmente fiuta felicità, fregandosene fallimento familiare. Figuro favorirà fioritura facce fresche, flirt, fiduciose fratellanze. Fulmineo fidanzamento femmina, … Continua a leggere Il fu Mattia Pascal
Catturano l’ultimo tepore scordato da un’estate distratta. E’ l’orologio delle ombre che avverte le sagge tartarughe. Lentamente si affrettano a terminare lo scavo nella nera terra, più friabile dopo la pioggia. Le notti ora sono fresche, nel meriggio compaiono, a tratti, con un cammino indolente e svogliato. Sfuggono ai tempi bui e cupi, le sagge, sanno che il vero riparo sta dalla parte delle radici. … Continua a leggere Festina lente
Chiacchierano le foglie sotto i passi. Iniziano ad arrossire le bacche dell’agrifoglio e si fanno scarlatte le lucide bucce dei tondi melograni. Nell’ultimo obliquo riflesso che incendia il lago, si ode lo sciabordio dei remi, una barca scivola lieve, il pescatore attende, paziente. Dal bosco l’eco remota della motosega si fa crepitio di ciocchi secchi. Lingue ipnotiche di fiamme illuminano il camino, riscaldano e inducono … Continua a leggere Autunno
Sono come una frasca che ha perduto il suo ramo. Né quando, né dove voglio sapere, né come, sarò costretto a cadere. Annego nel chiarore degli occhi tuoi celesti e nel tremulo luccichio che li rende così mesti. Mi vedi? La senti la mia mano? Ti resterò sempre accanto, anche quando sarai lontano. Questa battaglia è già una sconfitta, non riesco nemmeno a darti una … Continua a leggere More than love
Lipogramma in E Il nono sul datario L’aroma d’autunno sfuma fra i giardini, l’animo si turba: il lago un poco si ritira da noi, mostra scorci di spiaggia colmi di inutili rifiuti, voganti infranti, tramagli strappati. L’alito arioso, indorando filari di grappoli d’uva, già inclina, prossimo alla stasi, i vaghi, chiassosi giorni agostani. In un futuro ormai corto il cammino si farà più coraggioso, misurando … Continua a leggere Settembre (Vittorio Sereni)
Scordatevelo. Non riuscirete a farmi sorridere. Andate a pascolare altrove. Grazie. Foto di Carlabazar, Scozia 2022 Continua a leggere Scontrosità
T anti E ssenti T rovano T ane I ndividuali Continua a leggere Tetti sull’acqua
Quando scriviamo, la gioia di esprimerci sembra più pura: cogliamo un pensiero, afferriamo un’immagine e cerchiamo di fermarli per sempre -netti, definitivi. Sappiamo bene che la gioia maggiore non è nella precisione: ma nella voce lontana, che parla in noi, nel remoto vento che ci trascina, giungendo da chissà dove. E ci obbliga a dire cose che non sapevamo. Continua a leggere Scrivere (Pietro Citati, L’armonia del mondo)
Aria di fine agosto si respira nell’orto, dove il seme ha creato ciò che prima non c’era e le foglie orlate di giallo aspirano alla terra. Continua a leggere Verso la fine d’agosto
Sprofondo nell’azzurro delle tue corolle, ubriaca di un’incosciente beatitudine Continua a leggere Plumbago
“Non saremo esagerati ad aprire l’ombrello per qualche goccia che cade da un nuvolone monello?” “Dai retta a me, fratello, vedrai, non ci parrà vero ripararci dal solleone sotto questo sombrero”. Due funghi discutevano sotto un cappello somigliante a un ombrello. Continua a leggere Messico e nuvole
Giochi coi riflessi fingendoti nella stanza mentre solletichi il cielo azzurro Continua a leggere La lagerstroemia burlona
Che insolito destino dal colore viola accomuna una susina e una melanzana a testa sola. L’una frutto, l’altra ortaggio, maturando in questi mesi, hanno deciso il raddoppio come i gemelli siamesi. Entrambe condividono un unico capo, due corpi e il colore viola. Continua a leggere Affinità vegetali
Aria di fuoco, coltri di foglie secche, cicale pazze. Foto: Solfatara di Pozzuoli 1985 Continua a leggere luglio ventidue
Rassicurano suolo ed approdi ma è la sfida dell’onda che invita a salpare. Continua a leggere Pontili
Silenzioso meriggio infranto da un ronzio frenetico d’indaffarato lavoro. Api. Continua a leggere Laboriosità
Terminata la preparazione dei panini per i due gemelli in occasione della seconda giornata del Green Festival, Giuliana si affrettò a prepararsi per l’accompagnamento dei bambini alla pineta Bosco Verde. Con il marito Sergio aveva molto apprezzato il weekend dedicato all’educazione ecologica organizzato dal Comune per la fine dell’anno scolastico. Filippo e Camillo si erano scatenati il giorno prima presso l’agriturismo di Cascina Rupea e, … Continua a leggere Una sgradita convivenza
“Che moltitudine di teste innanzi a me!” si stupì il gelsomino. “Chissà perché mi stanno tutte così vicino“. “Sniffate a fondo, sorelle” disse quella di più bella presenza. “Sballeremo in fretta con questa fantastica essenza“. Che gran successo lo spaccio gratuito di fronte al gelsomino! Continua a leggere Rave garden