Un cinquemila accartocciato per una maria nera piangente.
Il cerchio delle mani strette e legate,
dai polsi recisi, le vene bucate.
La colpa è di loro? Ci si porta dietro gli sbagli.
La musica in testa e la carta stagnola in fondo alla tasca.
Lo sguardo perduto, il sonno pesante, la testa che scoppia.
Free love, not war. Drug and flowers, not work and power.
Dream of a trip.
Gli sbagli del tempo in un cucchiaio sul fuoco.
La buona medicina per il male del Dopo.
Il Prima è scomparso, tranciato, tagliato
e mischiato alle lacrime di maria che piange
per i tristi dolori di ieri
che non ci permettono dii vivere oggi
e che forse ci impediranno di vedere domani.
L’amore in quattro su un metro quadrato
per l’emozione che lotta contro il sentimento
e la sensazione di quattro natiche come guanciale.
Il sole gioca col vetro della siringa spezzata.
Ti illumina il viso, i tuoi occhi sbarrati,
la tua bocca bavosa.
Il treno corre sferragliando
e fuma, fuma, fuma.
Macina chilometri sulle rotaie
e fuma e corre lontano.
I mostri del passato non esistono più.
La chitarra in spalle, la cavigliera molle.
La marcia dei figli dell’amore represso.
Lo sbaglio di chi? La vita perché?
Salsa condita con pepe e tabasco
messa sul fuoco
per bruciare il dubbio
di una sconfitta/vittoria di me e dell’altro
sullo sbaglio del nulla che è bastato
per non riuscire a sciogliere il nodo.
(1976)