Chiacchierano le foglie sotto i passi.
Iniziano ad arrossire
le bacche dell’agrifoglio
e si fanno scarlatte le lucide bucce
dei tondi melograni.
Nell’ultimo obliquo riflesso
che incendia il lago,
si ode lo sciabordio dei remi,
una barca scivola lieve,
il pescatore attende, paziente.
Dal bosco l’eco remota della motosega
si fa crepitio di ciocchi secchi.
Lingue ipnotiche di fiamme
illuminano il camino,
riscaldano e inducono sogni.
Affondano i piedi
nello spugnoso tappeto muscoso
degli umbratili gradini;
un nido vuoto è caduto,
disfatto dalla pioggia insistente.
Piange il cielo,
si congeda dal giorno che muore.
Il soffio del vento tra i rami nudi
traccia invisibili sentieri di seta
per il vagabondo rumore della malinconia.
L’ha ripubblicato su LUOGHI del LARIO e oltre ….
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