Nel ventre della terra
lo Sbaglio gettò le sue profonde radici
solleticandone le viscere,
crescendo rigoglioso,
gettando ombra sulla luce,
rovesciando acqua sul fuoco.
Ti ho avvistato,
a lungo scrutato, desiderato, adulato,
corteggiato, sedotto, posseduto.
E ora che mi hai messo con le spalle al muro
eccoti la gioia per aver varcato l’impossibile,
nuotato nel liquido amniotico senza essere feto.
Dentro di me lo Sbaglio fu il terrore del vento di
soffiare lontano le nuvole dei pensieri,
e dell’acqua di
lavare la mente,
e del vuoto
di cullare il corpo,
e del nero di
nascondere tristi presagi.
Lo Sbaglio fu credere
alla rivoluzione dei sentimenti,
alla rivolta delle sensazioni,
alla rincorsa di verità fittizie.
Per te ho messo una croce
sulla felicità del giorno,
atteso invano la ricompensa
della quotidiana sofferenza.
Eppure anche con le spalle al muro
ti tengo stretto nel mio pugno.
So che se ti lascio andare
ne cercherò un altro
di Sbaglio
e tanti altri ancora.
Al suo richiamo rispondemmo,
diventò il nostro dio
e a lui ci affidammo.
L’ha ripubblicato su TRACCE e SENTIERI: biografie fra Tempo, Luogo, Eros, Polis e Destino.
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