La mia amica Patrizia, detta Patty, è ricca, molto ricca.
Proviene da una famiglia modesta, anche se, negli anni sessanta, avere i genitori impiegati e non operai già ti collocava un gradino più in alto nella scala (fantozziana) delle classi sociali del dopo guerra.
Si innamorò ricambiata, di un ruspante imprenditore del settore commercio.
Il matrimonio che seguì rappresentò la sua vera fortuna economica
La nostra amicizia risale ai tempi della scuola. Nonostante le nostre differenti frequentazioni ( le domeniche pomeriggio: Lei, nelle pasticcerie à la page; io, nei centri sociali) eravamo molto unite. Coltivavamo i nostri sogni che, seppur diversi, non impedivano al nostro legame di mantenersi solido.
Quando Patty si sposò, cambiò città, e i nostri contatti andarono via via spegnendosi come il fuoco di una candela ormai ridotta a un grumo di cera informe: qualche augurio telefonico natalizio, una cartolina estiva proveniente da mete lontane …
Con l’avvento dei social il mondo rimpicciolì ed improvvisamente amici e conoscenti sparsi per il globo, si ritrovarono, come pesci, “nella rete” e, come tali, divenne possibile ripescarli.
Così fu per noi.
Seguirono telefonate e lunghe mail nella quali Patty mi raccontava di sé: matrimonio inizialmente felice poi sfociato negli immancabili tradimenti di lui, compensati da piogge di danaro per consentirle di soddisfare ogni suo capriccio, ripagandola così dei torti subiti.
Il prezzo da pagare per la realizzazione dei propri desideri si rivela sempre troppo alto quando il sogno è notevolmente migliore del proprio coronamento.
A me non era andata meglio. I miei legami sentimentali si erano rivelati fallimentari (corna o meno il risultato non era molto diverso: cambiando l’ordine degli addendi…), avevo un lavoro appagante ma certo non potevo permettermi tutto ciò che per Patty rappresentava la quotidianità: gioielli, viaggi, yatch, abiti da favola, cene e balli sfarzosi… la mia serata più cool era rappresentata dal binomio cinema+pizza.
In quel periodo Patty viveva a Parigi e, facendo un po’ le bizze, riuscì a convincere il marito ad acquistarle un appartamento (un attico per la precisione!) a Milano. Così tornammo a frequentarci.
Non chiedeva mai del mio passato (a dire il vero neppure del mio presente).
Più volte dovetti declinare inviti a serate mondane o puntate di shopping compulsivo (malattia a me ignota), ammettendo candidamente di non avere disponibilità economiche oppure semplicemente abiti adatti. Patty faceva spallucce mettendosi subito alla ricerca di altra compagnia, ignorando (o fingendo di ignorare) la nostra così diversa condizione e lasciandomi una sensazione amara: le interessava la mia persona o le serviva semplicemente un gregario, una figura a cui far presente, sottolineare, evidenziare, in ogni momento, la sua grande fortuna? Il suo godimento era rappresentato da ciò che aveva o faceva, o dalla possibilità di raccontarlo?
Talvolta provavo un senso di inferiorità, altre volte l’esatto opposto quando le mie riflessioni mi portavano a stilare mentalmente una lista delle cose importanti della vita, constatando che quella di Patty si presentava sostanzialmente vuota.
Rattristata da queste dolorose elucubrazioni decisi di rivolgermi alla mia cara amica romana, grande conoscitrice dell’animo umano e mia guida spirituale la quale, ascoltate le mie confidenze sentenziò: “oh ma, nun è che gniente gniente stai semplicemente a rosicà?”
Ho letto attentamente, non è rosicare, è accorgersi che il pensiero disfattista poteva avere un fondamento di verità. Come a te il rosicare a lei lanonchalance.
Chissà ti sarai chiesta, chissà quante volte, qual era la verità, quale il vero volto di Patrizia.
Con la ” crescita” ho capito che devo chiedermelo di più il vero motivo della altro/a, qual è ?
Oggi dopo 24 anni di visite psicologiche, farmaci sperimentali, l unica cosa che ho capito è dare retta ad un mio grandissimo amico ( anche un po’ flirt dell’ adolescenza) ” ripeti VAFFANCULO, VA-FFA-N-,CU-LO!” E così sarei guarita da molti problemi!!! Gli avessi dato retta prima mi sarei risparmiata 24anni di dolore perché penso alla mia psicologa, malcapitata, che deve sopportare il mio carico emotivo!!
Quindi di pure tu un bel VAFFANCULO e vivitela!!!
Sono importanti i momenti passati insieme poi … Tutto il resto c’è tenderly!!! 🤣
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