Da questo angolo di mondo osservo:
è sera.
Gli edifici colorati, le cui tinte al calar del sole vanno scomparendo uniformandosi in un color tramonto, paiono le quinte di un grande palcoscenico.
Le finestre cominciano una curiosa danza illuminandosi alternativamente e mostrando, dietro di esse, immagini dai contorni umani.
È una scacchiera luminosa, è il tabellone di un gioco le cui caselle si accendono mostrando nere figure di ignoti personaggi.
Provo ad indovinare?
Uomo o donna? Giovane o anziano?
Si affacciano alla ricerca della fresca brezza ristoratrice della sera.
Che pensano?
Taluni si preparano allo sbocciare di nuove esperienze, altri osservano ciò che pare sfuggir loro dalle mani.
L’ombra non mostra sentimenti, posso immaginarli?
Ebbrezza per chi comincia il cammino, disincanto in chi ha già percorso parte del tragitto.
No, c’è di più. E le ombre sono tante, le caselle continuano ad accendersi ( a destra a sinistra in alto in basso) e la mia immaginazione non è in grado di creare un’esistenza per ognuna di esse.
Ci penserà il caso…a spegnere o accendere le caselle del Suo crudele gioco?
Non è forse pura casualità ritrovarsi tra le mani un poker quando l’avversario ha solo una misera coppia?