Storie minime di donne comuni: Evelyn Dora Marriett

Buongiorno gentili radioascoltatori e benvenuti alla nostra puntata settimanale di Storie minime, rubrica dedicata al viaggio nel mondo di donne che lasciarono, sia pur sconosciute, la loro impronta negli usi e costumi del nostro Paese.

Oggi parleremo di Evelyn Dora Marriett, nata a Boston nel 1918, figlia di Walter Marriett, industriale americano, e Giulia Lanfranconi, italiana emigrata nativa di Gignese (VB).

Gli anni bui della Grande Depressione non infierirono sulla sua infanzia e adolescenza, grazie alla facoltosa impresa paterna dedita allo studio e sviluppo di elettrodomestici.

Appassionata al design della moda, di certo la talentuosa Evelyn ventenne non immaginava di applicare questa sua vocazione a un settore così distante dai suoi studi, ovvero l’industrial design.

Ma seguiamola nella sua crescita.

Quando nel 1946 il padre fu contattato per un incarico di consulenza presso una cooperativa di produzione di piccoli oggetti casalinghi di Omegna, tutta la famiglia decise di trasferirsi in Italia, sfruttando tale opportunità anche per il riavvicinamento della Signora Lanfranconi alla propria terra d’origine, pesantemente segnata dal conflitto mondiale.

Su suggerimento di Mr. Marriett, in pochissimo tempo la cooperativa Frullo convertì la sua produzione di accessori casalinghi in fabbricazione di piccoli elettrodomestici, ispirandosi al modello americano.

Nel 1949 Mr. Marriett divenne socio di maggioranza e nominò come Industrial Designer la figlia Evelyn.

Immaginiamoci le reazioni: una piccola fabbrica a conduzione familiare, improvvisamente trasformata in un’impresa strutturata secondo un dettagliato organigramma e con il conferimento di un titolo ignoto a una donna straniera, messa al comando di un settore costituito da tecnici maschi, assolutamente impreparati a termini quali organizzazione, funzioni, staff, aree di mercato.

La presentazione del nuovo statuto lasciò sconcertati gli operai e suscitò notevole scalpore nei responsabili di produzione.

Evelyn, dal canto suo, aveva alacremente lavorato su una linea innovativa di piccoli elettrodomestici, aggiungendo alle caratteristiche tecniche quel tocco di gusto ed eleganza sviluppato nell’ambito della moda.

Quando la presentò al personale si rese immediatamente conto di quanto basso fosse l’apprezzamento verso il suo progetto e tuttavia non tralasciò di chiedere la massima disponibilità rispetto a tempi e metodi di realizzazione.

Ricordiamo che siamo agli inizi degli anni Cinquanta, poco lontani dalla conquista del suffragio universale e del diritto di voto alle donne.

Dolcezza, capacità persuasive, assertività e disponibilità ad ascoltare suggerimenti e critiche permisero tuttavia a Evelyn di superare velocemente scetticismi e diffidenze.

L’intero staff tecnico, affascinato dalla sua preparazione, competenza e personalità, le diede vasto consenso e completa fiducia, riuscendo a integrare, sotto le sue direttive, originalità del disegno e requisiti tecnici.

La presentazione sul mercato del primo modello di robot da cucina con relativi accessori fu un autentico successo.

Dotata di design leggero e compatto, la gamma completa mostrava linee morbide e curve che ricordava una sfilata di gonne a tulipano, con colori, decorazioni e geometrie estremamente gradevoli.

Ma soprattutto il prezzo – reso più che accessibile grazie all’impiego dei nuovi materiali plastici che in quegli anni stavano rivoluzionando l’industria – fu la vera chiave di volta.

Le donne accolsero con gioia il multifunzionale robot, dinamico simbolo di modernità, facile da usare, bello da vedere e pure economico, un amico che introduceva nelle loro vite risparmio di tempo e fatica.

Nel giro di due anni la Frullo triplicò il numero dei dipendenti e divenne azienda leader del settore, imitata da altre numerose fabbriche di Omegna, presto eletta a “Capitale del Casalingo”.

Evelyn Dora Marriett si spense a Gignese nel 1999 affetta da demenza senile. Un bene, probabilmente, perché le fu risparmiata la visione del crollo dell’impero così amorevolmente costruito. La qualità e la resistenza dei prodotti, infatti, mal si accomodavano con l’avanzante dominio capitalista dell’usa e getta; non secondario, inoltre, il processo di globalizzazione che inserì nel mercato competitori sempre più aggressivi, causando la progressiva scomparsa della Frullo e analoghe aziende italiane.

E se voi, gentili radioascoltatrici, siete tra coloro che ancor oggi utilizzano l’indistruttibile robot Frullo, ora sapete a chi indirizzare la vostra gratitudine.

Esercizio: Scrivere una breve biografia di Evelyn Dora Marriett (Boston 1918, Gignese 1999)

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