Eternità

Nel ripiano più alto della libreria conservo la vecchia scatola di legno che custodisce le fotografie di nonna.

Sembra un piccolo forziere. Quando sollevo il coperchio ne fuoriesce un profumo di antico, un aroma di carta ingiallita che si mescola all’odore di resina proveniente dal contenitore.

Vi sono foto piccole, che la ritraggono giovane, mollemente addossata ad un covone di fieno, seduta sul prato coi capelli ornati da ghirlande di fiori o, come faceva sempre per gioco, con le orecchie impreziosite da due rosse ciliegie messe a cavalcioni.

Alcune stampe sono color seppia, come si usava un tempo, altre sono quadrate con un piccolo bordo bianco frastagliato, come fossero grandi francobolli.

La mia preferita credo sia degli anni sessanta, il formato è rettangolare, senza margini, in bianco e nero.

Ritrae due sedie affiancate, accostate ad un muro ormai scrostato. L’una di legno, elegante, nera, forse una Thonet originale, la celebre sedia in paglia di Vienna; l’altra, di plastica, di un bianco ormai non più verginale, simile a quelle che i gestori di quei trabiccoli da street-food usano lasciare a disposizione dei passanti; una cosa da poco.

Conosco il significato di quell’immagine misteriosa, per questo la amo, perché amo l’ironia, la leggerezza e insieme la profondità del pensiero di nonna.

Nelle sere estive, dopo aver rassettato la cucina, come ben si conveniva alle brave massaie, le donne usavano ritrovarsi insieme, fuori casa, alla ricerca del fresco rigenerante e di una salubre compagnia. Non essendoci, nei quartieri popolari, né giardini né panche, per potersi trattenere comodamente, ognuna di loro portava con sé la propria sedia.

La vicina con cui strinse un legame indissolubile si diceva provenisse da una famiglia altolocata caduta in disgrazia; la nobile provenienza era comprovata da quella preziosa e originale seggiola!

Quando dovettero lasciarsi (le vite hanno strade aggrovigliate), volendo conservare un ricordo tangibile del tempo condiviso, pensarono istintivamente ad una foto insieme, che immortalasse quella solida unione.

Nonna obiettò tuttavia che quei volti femminili, che il tempo avrebbe inevitabilmente segnato, mal rappresentavano il carattere eterno della loro amicizia; decisero così, ancora una volta insieme, di affidare il compito a quelle compagne mute.

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