Amori

Sébastien si afflosciò sul letto, incerto dove collocare il pensiero, dibattuto com’era tra sconcerto, risentimento, rabbia. O, piuttosto, deluso per la sua dabbenaggine. Eppure il piano escogitato gli pareva così perfetto.

Sebi, tesoro, vanno bene le omelettes per stasera? Guarda che le camicie stirate sono ancora in guardaroba”, eccola la voce stridula dell’onnipresente madre, più zecca che chioccia, assillante oltremodo, invadente e impicciona in abbondanza, opprimente quanto basta per riuscire a farlo sbottare al di là di ogni pacifica intenzione.

Ritornò con la memoria a quanto successo poche ore prima, premendo a malincuore il tasto rewind di quello che ipotizzava il pomeriggio trionfale della sua relazione d’amore. Con Isabel.

La prorompente vitalità e il fulgore della bellezza della studentessa inglese (più giovane di lui di quindici anni) l’avevano stregato e finalmente aperto gli occhi su ciò che desiderava: scrollarsi di dosso imposizioni e regole, inseguire la libertà, fuggire da tradizioni asfissianti, scaricare tutta quella zavorra che anni di convivenza con la madre e l’assenza di un padre gli avevano caricato sulle spalle, ostacolando ogni suo tentativo di emancipazione.

Mon petit, hai preso la tua pastiglia delle 8”?

Essere conteso fra due donne così distanti fra loro aveva assunto un peso insostenibile, al quale riteneva aver trovato un rimedio impeccabile, grazie anche – benedette in questo caso le tradizioni – alla consolidata abitudine della madre di trascorrere parte del pomeriggio al Café de la Place per la lettura del France Soir.

Isabel, all’oscuro del progetto, si sarebbe dovuta far trovare al Café alle 16.15, dove lui l’avrebbe raggiunta con la scusa di una sorpresa.

Di nome Caroline, la genitrice.

Guardò la foto della Polaroid fra le mani. Quando si dice “istantanea”.

Che ingenuo era stato nel credere di immortalare un incontro felice tra due donne che, se pur diversamente, nutrivano lo stesso sentimento nei suoi confronti.

Sébastien l’aveva scattata e bloccata nell’eterno esattamente un attimo prima che si scatenasse il diverbio di cui, non visto, si era reso testimone e culminato con l’uscita di scena di Isabel.

Eccolo lì, l’attimo fuggente del clic: lo sguardo inquisitore della madre su un look percepito sicuramente troppo osé. Quello che sarebbe seguito subito dopo incombeva come una nube nera sulla presunta radiosità del rendez-vous : “Scusi lei, le manca molto? Perché quello sarebbe il mio posto e anche il mio giornale”.

Sebi, è pronto amore, vieni subito altrimenti si raffredda”.

Rigirò nervosamente fra le mani la foto ormai stropicciata Doveva ancora trovare la risposta per Isabel, finalmente rabbonita quando lo vide sopraggiungere: “Ne esistono di pazze in giro. Allora amore, quale sarebbe la sorpresa?”

Esercizio: Scrivere un breve racconto ispirato alla foto di Henry Bresson

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