Follia (Karl Bruckner, Il gran sole di Hiroshima)

La bomba si trovava a seicento metri dal suolo.


Alle otto e quindici minuti era scesa di altri cento metri, quando gli apparecchi inventati dagli scienziati fecero scattare l’accensione all’interno della bomba: i neutroni provocarono la disintegrazione di alcuni atomi di un metallo pesante. L’uranio 235. E questa disintegrazione si ripeté in una reazione a catena di sbalorditiva velocità. In un milionesimo di secondo un nuovo sole si accese nel cielo. In un bagliore bianco. Abbagliante. Fu cento volte più incandescente del sole nel firmamento. E questa palla di fuoco irradiò milioni di gradi di calore contro la città di Hiroshima.


IN QUESTO SECONDO 86.000 PERSONE ARSERO VIVE.
IN QUESTO SECONDO 72.000 PERSONE SUBIRONO GRAVI FERITE.
IN QUESTO SECONDO 6.820 CASE FURONO SBRICIOLATE E SCAGLIATE IN ARIA DAL RISUCCHIO DI UN VUOTO D’ARIA, PER CHILOMETRI D’ALTEZZA NEL CIELO, SOTTO FORMA DI UNA COLOSSALE NUBE DI POLVERE.
IN QUESTO SECONDO CROLLARONO 3.750 EDIFICI, LE CUI MACERIE SI INCENDIARONO.
IN QUESTO SOLO SECONDO RAGGI MORTALI DI NEUTRONI E RAGGI GAMMA BOMBARDARONO IL LUOGO DELL’ESPLOSIONE PER UN CHILOMETRO E MEZZO.


IN QUESTO SECONDO, L’UOMO AVEVA COMPIUTO, CON L’AIUTO DELLA SCIENZA, IL PRIMO TENTATIVO DI ANNIENTARE SE STESSO.
IL TENTATIVO ERA RIUSCITO.

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